Nell’atrio del Palazzo Centrale dell’Università di Parma si è svolta una cerimonia a ricordo delle studentesse Erasmus che hanno perso la vita nell’incidente stradale di Tarragona, in Spagna.

Alla presenza del Rettore Loris Borghi, il coro dell’Associazione studentesca Ducatus Parmae, formato da studenti dell’Ateneo, ha intonato le note dell’inno “Di canti di gioia”, scritto nel 1891 in onore degli studenti caduti per la patria.

Al termine della breve cerimonia, il Rettore ha ricordato anche i recenti eventi drammatici del Belgio. Borghi ha colto l’occasione, riferendosi al significato della statua “Graecia capta” di Carlo Fontana che si trova nella corte dell’Ateneo, per sottolineare l’importanza della civiltà e del rispetto nel contatto tra le varie Nazioni, senza dover ricorrere alle armi e all’odio.

 

Di canti di gioia
(inno studentesco universitario italiano, scritto nel 1891 da Giovanni Giuseppe Gizzi e messo in musica dallo studente Giovanni Melilli)

Di canti di gioia,
di canti d’amore
risuoni la vita,
mai spenta nel core,
non cada per essi la nostra virtù
non cada per essi la nostra virtù.
 
Dai lacci sciogliemmo
l’avvinto pensiero
ch’or libero spazia
nei campi del vero;
e sparsa la luce sui popoli fu
e sparsa la luce sui popoli fu.
 
Ribelli ai tiranni,
di sangue bagnammo
le zolle d’Italia;
fra l’armi sposammo
in sacro connubio la Patria al saper
in sacro connubio la Patria al saper.

La Patria facemmo
coi petti, coi carmi,
superba nell’arti,
temuta nell’armi,
regina nell’opre del divo pensier
regina nell’opre del divo pensier.

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