Giovedì 20 dicembre, alle 11, nella Sala Congressi del Campus Scienze e Tecnologie dell’Università di Parma, si è tenuto un incontro in memoria del ricercatore Renato Magnanini, in occasione del decimo anniversario della sua scomparsa.

La giornata, organizzata da Antonella Parisini, docente del Dipartimento di Scienze Matematiche, Fisiche e Informatiche, e da Luca Trentadue, Delegato del Rettore per l’Attività Museale dell’Università di Parma, in collaborazione con il Sistema Museale di Ateneo, ha voluto essere un’occasione per ricordare Renato Magnanini come tenace e appassionato ricercatore, come collega generoso e come caro amico.

Dopo i saluti del Pro Rettore alla Ricerca dell’Università di Parma Roberto Fornari e un’introduzione al lavoro di ricerca di Renato Magnanini presentata da Luca Trentadue, sono intervenuti Andrea Vacchi, docente di Fisica all’Università di Udine e Livia Ruffini, Direttore del Reparto di Medicina Nucleare dell’Azienda Ospedaliero-Universitaria di Parma.

Renato Magnanini (1949-2008) lavorò tra gli anni ’70 e i primi ‘80 al Consiglio Europeo di Ricerche Nucleari (CERN) di Ginevra in un gruppo di ricerca che mise a punto e sviluppò le basi di una nuova tecnica di diagnosi per immagini, oggi estremamente diffusa e ampiamente utilizzata negli ospedali e nelle cliniche di tutto il mondo, e conosciuta con il nome di Positron Emission Tomography (PET).
Dal 1979 al 1983, al fianco di Alan Jeavons e David William Townsend, fisici di fama internazionale, si occupò principalmente della realizzazione e del funzionamento di camere a filo proporzionali, rivelatori ideati nel 1968 da Georges Charpak, che per questo nel 1992 ricevette il Premio Nobel per la Fisica. Scopo della ricerca a cui Renato Magnanini partecipò fu proprio quello di applicare questi rivelatori in ambito medico, alla diagnostica per imaging della PET.
Rientrato in Italia, in seguito, lavorò presso l’Istituto Maspec-CNR (ora IMEM) di Parma e si dedicò alla sintesi di materiali semiconduttori massivi contribuendo allo sviluppo di apparecchiature utili alla preparazione di lingotti monocristallini. Si occupò successivamente di sintesi di materiali semiconduttori sfruttando la tecnica di crescita epitassiale nota come Molecular Beam Epitaxy (MBE), partecipando alla caratterizzazione del materiale sintetizzato, soprattutto con tecniche ottiche, in particolare la fotoluminescenza, e di trasporto elettrico, e collaborando anche alla preparazione dei campioni.

Programma

Indirizzi di saluto
Roberto Fornari, Pro Rettore alla Ricerca - Università di Parma

Inizio lavori
- Luca Trentadue, Delegato del Rettore per l’attività museale di Ateneo - Università di Parma, Il CERN come laboratorio di Ricerca Multidisciplinare. In Ricordo di Renato
- Andrea Vacchi, Professore straordinario di Fisica - Università di Udine, Breve storia dell’antimateria
- Livia Ruffini, Direttore Reparto di Medicina Nucleare – Azienda Ospedaliero-Universitaria di Parma, L’antimateria alla base del bioimaging
A seguire interventi in ricordo da parte di colleghi e di amici.

Andrea Vacchi
Laureato a Bologna nel 1976 svolgendo una tesi su un esperimento al CERN, nel 1977 diventa ricercatore al Politecnico di Zurigo. Dopo molti anni di ricerca in Svizzera e USA, rientra in Italia nel 1990, a Trieste nell’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare (INFN). Attivo in esperimenti di fisica agli acceleratori di particelle e sui raggi cosmici nello spazio, ha una vasta esperienza nello sviluppo di rivelatori, necessari alle ricerche cui si dedica e impiegati anche in campo medico. Ha assunto ruoli di coordinamento nell’INFN prima di passare all’Università di Udine dove insegna fisica nel Dipartimento di Matematica Informatica e Fisica.

Livia Ruffini
Laureata a Bologna in Medicina e Chirurgia nel 1990, specializzata all’Università degli Studi di Milano in Medicina Nucleare nel 1994, svolge attività di ricerca sull’imaging molecolare con tecnologia ibrida e sviluppo di radiofarmaci per la visualizzazione di percorsi tissutali specifici, in particolare nel settore del cancro e delle malattie neurodegenerative. Ha ricoperto numerosi incarichi di responsabilità in varie realtà ospedaliere, partecipando fra l’altro alla realizzazione del primo centro PET della Regione Sardegna. Dal 2008 è Direttore dell’Unità di Medicina Nucleare dell’Azienda Ospedaliero-Universitaria di Parma.

Ricordando il Dott. Renato Magnanini

 

In occasione del decimo anniversario della scomparsa di Renato Magnanini abbiamo voluto testimoniare la nostra profonda stima e l’immutato affetto che ci legano a lui ricordandolo con una delle applicazioni più importanti della sua attività di ricerca sulla tomografia ad emissione di positroni (PET), una tecnica che oggi trova, in tutto il mondo, uno straordinario e diffusissimo impiego nell’ambito della diagnostica medica.

Questa giornata voleva essere un momento di approfondimento su alcuni aspetti di quelli che sono gli obiettivi dell’attività di ricerca, sui loro sviluppi e sugli spesso inaspettati fini ultimi. Il caso dello sviluppo della PET rappresenta oggi uno degli esempi più illuminanti dello strettissimo legame che esiste tra ricerca di base e sue applicazioni.

Insieme a Renato abbiamo voluto ricordare anche la forza e l’amore con cui Ivana, la compagna della sua vita, ha condiviso con lui, negli anni, tutto. Forza e amore che vanno oltre la stessa vita e la barriera del tempo.

Vogliamo qui ringraziare anche i colleghi che, in vario modo e a vario titolo, ci hanno fornito spunti, ricordi e materiali che hanno contribuito a meglio definire questa giornata. In particolare vogliamo ringraziare Andrea Baraldi, Maura Pavesi, Roberto Fornari, Giovanna Trevisi, Salvatore Vantaggio, Enos Gombia e Luciano Tarricone.

Molti altri, che qui non possiamo tutti nominare, hanno aderito con intima e profonda partecipazione a questo ricordo di Renato.

Antonella Parisini
Luca Trentadue

 

Parma, 20 Dicembre 2018

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