Luogo: Plesso Q02 - Sala Congressi

Relatore: Claudio Oleari - Dipartimento di Fisica e Scienza della Terra Università di Parma

E-Mail di Riferimento:raffaella.burioni@fis.unipr.it

 

Abstract:

La colorimetria è parte di un capitolo della psicofisica ed è anche un

capitolo dell’ottica. Lo costruirono i fisici più illustri: Newton,

Palmer, Young, Nobili, Helmholtz, Maxwell, Koenig, Schrödinger. I.

Newton (1704) ideò il primo diagramma di cromaticità nella storia, una

figura circolare utile per riprodurre luci colorate miscelando

convenzionali luci primarie. La legge che lo governa, regola del centro

di gravità, è di Newton ed è la stessa di oggi, anche se la matematica

e gli strumenti di misurazione sono aggiornati. Le idee di Newton furono

difficili da capire. Fu necessario ideare una nuova matematica e intuire

il processo di trasduzione nel sistema visivo.

 

La fisiologia fu aperta da G. Palmer (1777) e da T. Young (1802), che

ipotizzò tre tipi di fibre come trasduttori della luce visibile in

sensazione di colore.

 

Nel 1852-1853 H. G. Grassmann diede una rappresentazione geometrica alla

legge di Newton utilizzando la nuova matematica degli spazi vettoriali

lineari. Nel 1866 H. L. F. von Helmholtz, dopo 15 anni di studio sulle luci

complementari, combinò i suoi risultati con la fisiologia di Young e la

matematica di Grassmann. Il diagramma di cromaticità assunse la forma di

mezza luna. La misurazione del colore, basata sul fenomeno del

metamerismo, iniziò  con J. C. Maxwell (1857). La standardizzazione del

diagramma di

cromaticità è della “Commission Internationale de l’Éclairage” (1931) su

una rappresentazione di E. Schrödinger (1920). La spiegazione

fisiologica è data dal principio dell'univarianza di Rushton (1972),

che è una riscrittura della legge dell'/equivalenza fotochimica di

Stark-Einstein. La riproduzione del colore (fotografia, televisione,

stampa, …) ha la  sua spiegazione nel diagramma di cromaticità.

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